Fallen Fruit per il Culture Concept Store dell'Orto Botanico di Palermo
Austin Young e David Burns, insieme Fallen Fruit mettono insieme il progetto Spektro Completo/Iridescenza che “occupa” le sale di accesso all’Orto Botanico dell’Università degli studi, a Palermo, le stesse che accolgono il nuovo Culture Concept Store, ovvero la biglietteria e il bookshop di ultimissima generazione e le prime due sale espositive con le teche con le specie botaniche del passato.
Ma Fallen Fruit fa un passo avanti e unisce idealmente due strutture museali dell’Ateneo: sulle pareti dell’Orto Botanico “abitano” gli uccellini, i rapaci, le farfalle che fanno parte delle collezioni del vicino Museo di Zoologia Doderlein. Due realtà universitarie che finora hanno avuto percorsi diversi e invece ora si trovano sullo stesso binario e, da poche settimane, sono visitabili con un biglietto unico.
Tutto nasce dalla sinergia tra il SiMuA, il Sistema Museale di Ateneo, e CoopCulture, partner per i servizi di Orto Botanico e Doderlein.
L’idea di fondo è quella di accogliere il visitatore in uno spazio multifunzionale – il Culture Concept Store, appunto - che sia già un biglietto da visita per chi si appresta a scoprire non soltanto una delle collezioni botaniche più interessanti del mondo, ma anche un sito straordinario, il secondo per numero di visitatori a Palermo, un polmone verde di 10 ettari, fondato nel 1779, con una grandissima varietà di specie, molte originarie delle regioni tropicali e subtropicali, attento al Mediterraneo.
“Apprezzo l’arte visiva di Fallen Fruit perché riesce in maniera creativa, innovativa ed elegante ad unire due realtà importantissime del nostro Sistema Museale come l’Orto Botanico e il Museo Doderlein - commenta il Rettore Fabrizio Micari - Gli uccelli e le farfalle del Doderlein trovano posto tra fiori e frutti. Il tutto si arricchisce di un concept store integrato che accoglie il visitatore in un ambiente straordinario per il sito che è tra i primi tre visitati da chi arriva nella nostra città. Non posso che esserne soddisfatto”.
“L’Orto Botanico racconta la storia di questa città, anno dopo anno, decennio dopo decennio – interviene Paolo Inglese, direttore del SiMuA – E’ uno spazio vivo che, grazie al sostegno dei privati, stiamo rendendo all’avanguardia con tutta una serie di servizi, biglietti integrati, attività anche insolite. Fallen Fruit è riuscito nel progetto di renderlo anche estroso ed affascinante, senza minimamente toccarne l’essenza”.
“Uno spazio innovativo, di ultima generazione, in linea con il lavoro di CoopCulture che già da alcuni anni si sta orientando verso la gestione integrata degli spazi culturali - spiega il direttore di CoopCulture, Letizia Casuccio –. Enti locali e privati ci chiedono molto spesso consigli per la gestione dei siti e noi li sosteniamo attivamente, affinché diventino un moltiplicatore di ricchezza culturale, economica e occupazionale. Quando Paolo Inglese ci ha proposto questa iniziativa, l’abbiamo sostenuta immediatamente”.
SPEKTRO COMPLETO
L’opera d'arte “immersiva” in tre tappe, realizzata ad hoc dal collettivo artistico statunitense, utilizza come sempre fiori e frutta (e, in questo caso, piccoli uccelli e lepidotteri) come materiale per progetti che indagano il reale. Si srotola un unico percorso che parte dalla biglietteria dell’Orto (disegnata da Carlo Giachery nel 1839 come magazzino di servizio e casa del custode) e occupa le due prime sale espositive: tre ambienti, secondo Austin e David, Mezzogiorno (colore predominante, il giallo chiaro), Mezzanotte (fondo scuro) e Iridescenza, che declina i temi di Fallen Fruit nei colori cangianti dell’iride. In tutto, 230 mq di carta da parati in tessuto di cotone biodegradabile, realizzata da una manifattura coreana su disegno dei due artisti, che hanno passato molto tempo tra l’Orto Botanico e il Museo Doderlein: da un lato hanno “assorbito” lo spazio, studiato le piante con i botanici, scoprendo le qualità mediterranee e mettendole a confronto con analoghe specie californiane; dall’altro, eccoli tra gli uccelli e le farfalle del Museo di zoologia.
Il risultato del loro lavoro sul campo, sono le tre sale dove predomina il colore, ma si animano di piccoli protagonisti naturali che reclamano attenzione. E il gioco comincia: riconoscere, ammirare, notare i dettagli, sorridere.
Fallen Fruit aveva già al suo attivo “Theatre of the Sun”, l’installazione fatta da carta da parati e una Public Fruit Map che localizzava gli alberi da frutta della città di Palermo, realizzata in occasione di Manifesta 12, parte di “Endless Orchard”, un progetto globale che si propone di mappare la presenza urbana di frutti commestibili nelle città di tutto il mondo, offrendo una riflessione contemporanea sul tema degli spazi pubblici, che conservano la storia locale e al tempo stesso si rinnovano continuamente. Per l’Orto, nasce quindi questo HUB, che è insieme Front Office, biglietteria, bookshop dedicato (a tema “botanico” che si declina nella scelta delle pubblicazioni, e che presto avrà una propria linea di merchandising che prenderà spunto dall’opera di Fallen Fruit) ma anche un’opera d’arte del tutto unica nel suo genere, che si basa sul lavoro di David e Austin, tra fotografie, video e wallpaper. “La frutta è un oggetto non solo naturale ma anche culturale, forse anche politico – ha spiegato Austin che da tre giorni segue da vicino i tecnici e gli operai che stanno montando “Spektro Completo” – Ma qui siamo riusciti ad andare oltre nel nostro progetto: abbiamo reso vivi animali che erano rimasti immobili nel tempo. Siamo stati molto felici dell’incredibile proposta ricevuta, l’Orto è un posto straordinario che fa venire alla mente cultura e storia. Ci è piaciuta molto l’idea di abbellirne l’ingresso”. I due artisti hanno prestato gratuitamente la loro versatilità e creatività, per l’opera realizzata da CoopCulture.